domenica 11 novembre 2012

Il Maggiolone

L'automobile come arredo urbano

Foto di Fabrizio Cimini


Era il mese di Dicembre 2010, passeggiavo sul litorale di Ostia del Comune di Roma. Il mio proposito era fotografare sulla falsariga del pensiero di Luigi Ghirri. Avevo con me una attrezzatura minimale ma non essenziale: una reflex e due obiettivi. Ad un certo punto mi imbattei in questa scena. Quello che mi incuriosì era si il maggiolino della WW, ma ancor più l'accostamento dei colori, la palma e le linee del palazzo che, a stima, era di un'architettura degli anni 70 e sembrava andare d'accordo con l'età dell'autovettura. Dopo un'analisi della situazione decisi di fare questa foto. La foto, semplice nella struttura dell'inquadratura, mostra una pulizia di insieme ed una razionalità degli spazzi occupati dagli oggetti. Infine l'umiltà di questa  immagine credo che sia il suo vero punto di forza. Se poi assomiglia o meno al pensiero del Maestro Ghirri, bé, lo lascio decidere all'osservatore.

Ad un certo punto svariai sul tema e mi misi a fare fotografie ravvicinate delle linee dell'autovettura. Poco dopo si formò una piccola quantità di individui incuriositi. Non più di 4, 5 persone che, tra tutti, uno che si avvicinava pian piano. Era il padrone della macchina. Poi ruppe gli indugi e mi disse se mi piaceva l'automobile. Gli risposi certo che sì, allora mi disse che se mi interessava avrebbe preso le chiavi per farmela vedere e, se volevo, me l'avrebbe ceduta. Mi fece poi notare che era tutta originale, compresa la ruggine, perché la carrozzeria della macchina era tutta di lamiera, "mica di plastica come quelle di oggi" aggiunse. Intanto dalla finestra del palazzo, su un balconcino, si erano affacciate nel frattempo due donne di cui una che mi indicava. Poi le macchine che passavano sembravano rallentare in prossimità di dove mi ero fermato io a fare le fotografie e i passeggeri mi scrutavano. Anche qualche ciclista e i passanti avevano occhiato la situazione. Insomma, come spesso mi accade, avevo movimentato la giornata delle persone che incuriosite erano attratte non dalla macchina fotografica, ma dal fatto che vedevano un comportamento diverso dal solito quale il fotografo assume. Morale della favola, smisi di fotografare per eccesso di curiosi, dissi al proprietario della macchina che aveva un cimelio tra le mani ma che non mi interessava l'acquisto, mi congedai dal gruppetto di comari con un sorriso e me ne andai, ma oramai avevo l'immagine della giornata che vi mostro.






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