lunedì 5 novembre 2012

Town Church Photography

Fotografia degli edifici di culto

Foto di Fabrizio Cimini


Come poterla descrivere e coniare se non "Fotografia degli edifici di culto" quel genere di immagini che incuriosisce i fotografi senza capirne il motivo,  senza seguirne il filone, senza intuire la metodologia artistica ed evolutiva?  Probabilmente tutti, o quasi, i fotografi sono attirati inconsapevolmente da questi edifici grazie alla loro architettura, a volte storica ed artistica ma altre estremamente moderna ed esasperata, e alla sacralità delle cose che emana. Fare questo genere di fotografia è a volte complicato per via dei molti vincoli da superare, tra tutti il diniego di operare fotograficamente dentro una Chiesa. Anche gli atti liturgici a volte è, comprensibilmente aggiungo, difficoltoso fotografare. Il rispetto poi qui è appropriato, e anche questo ulteriore scalino va considerato prima che superato. Insomma, a chi si avvicina a questo genere di fotografia deve mettere in conto le difficoltà, i divieti e l'insuccesso. Però, in molte occasioni, il buon senso e un po di destrezza aiutano a superare qualche ostacolo. Molti i trucchetti da inventare e da pianificare all'uopo.

Avere la capacità di cogliere l'attimo fuggente, di superare il divieto grazie ad un piccolo diversivo, o chiedere con umiltà il semplice permesso a fotografare si rivelano efficienti. Tutto questo però non si acquisisce con una manciata di volte che si va a fotografare edifici di culto, ma si impara con il tempo, sulla propria pelle direi. Bisogna innanzi tutto accettare la possibilità che in un determinato momento o in un certo luogo è impossibile fotografare. I divieti posti all'esterno degli edifici lo esprimono chiaramente. I divieti sono dovuti a due fattori: il primo è che devono vendere fotografie e opuscoli e se tutti fanno foto questa voce di entrate scompare dal registro delle entrate, e poi il diniego si deve anche all'ortodossia religiosa che recita la sua parte in quanto luogo di culto e ammirazione per il Divino. D'accordo diremo noi, ma per qualche foto di certo non si danneggia nessuno. Infatti sono due punti discordanti, equidistanti e agli estremi, ma tanto è. Il peggio è sempre però per chi si ritiene più danneggiato: per il fotografo che umiliato da tali atteggiamenti non fotografa, per il luogo di culto che allontana i fotografi per meri interessi. Io, dal mio canto, inizialmente ribattevo su alcuni punti con il guardiano di turno che mi impediva di fotografare, poi con il tempo ho imparato e ho cambiato il mio modo di pensare e atteggiamento verso questo genere fotografico. Oggi faccio spallucce a tali divieti, non compro comunque le loro foto, non lascio la mia offerta, se esiste un libro esprimo un mio disappunto, non ascolto la loro messa e neanche entro. Perché ostinarsi? Oggi ci sono edifici di culto che, lungimiranti, permettono ai fotografi di esprimersi e questo a loro indubbio beneficio. Basti pensare che io oggi posterò alcune foto di chiese che mi hanno permesso di fotografare liberamente e ne citerò i loro nomi. Consiglio poi una visita e, se si vuole, un'offerta almeno pari al costo di un paio di cartoline. Alcuni dei lettori di questo Blog, poi andranno e riferiranno ad altre persone le quali poi andranno e poi... Si innesca così un circolo infinito a beneficio della lungimiranza dei custodi delle strutture di culto. 

Parliamo di fotografia ora. Di solito sono le architetture che mi incuriosiscono. A volte quelle interne sono particolarmente più incisive delle esterne, le quali, come un anonimo involucro, contengono a mo di scrigno le forme, le linee e le curve delle strutture. Ora, ognuno si sofferma su quello che vuole, ma, a parte l'ovvio, mettete in risalto questo aspetto delle strutture, delle luci, degli atti delle persone, la ripetitività degli elementi e dei chiaro scuri. La gestione della luce esistente è poi di estrema importanza. Lavorare in manuale, con lettura spot in quei casi estremi di luminosità. Attenzione ai bordi dell'immagine, essendo luoghi di culto le persone si muovono repentinamente alla ricerca di un loro raccoglimento in preghiera. In questo genere di fotografia si deve essere il più razionali possibile con le inquadrature, ed una volta intuita la possibilità di fare qualche scatto creativo, come un panning ad esempio, perché no, fatelo. Ma i fattori che superano tutti però sono altri. Cercate di essere discreti, non brandite le vostre reflex in maniera vistosa, ma camuffatevi tra i normali fedeli attenendovi ad un'atteggiamento sobrio. Non portate penzoloni la reflex al collo, ma cercate di tenerla nascosta sottobraccio. Non infastidite le loro preghiere. Ricordate che in una chiesa lo scatto della reflex è rumoroso e questo attira verso di voi attenzioni. Pertanto scatti a raffica o comunque ripetitivi allo stesso soggetto sono sconsigliati. Attendete il momento giusto per lo scatto, non ricercatelo ossessivamente, altrimenti vi porrete al centro dell'attenzione e smarrirete l'effetto ricercato. Quindi sobrietà, razionalità, discrezione e camuffamento sono i veri artefici dello scatto perfetto, più della vostra capacità fotografica. In ultimo vi consiglio di non armeggiare con la vostra attrezzatura cambiando obiettivi ripetutamente in mezzo ai corridoi centrali, tra i fedeli in raccoglimento  o in prossimità dei punti cardine votivi, o men che mai usare il flash sconsideratamente, ma, al contrario, dovrete abituare la visione ad osservare la scena per decidere a priori quale ottica usare. Se possibile, non usate ottiche troppo grandi o appariscenti come i "bianchi" Canon, o eccessive e voluminose reflex o, peggio ancora, due reflex al collo, altrimenti rassomiglierete troppo ad uno sfavillante e opulento fotografo e correrete il rischio di essere messi alla porta da un solerte guardiano. 


Chiesa San Paolo fuori le Mura - Roma - Italia.














Chiesa Don Bosco - Roma - Italia.











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