mercoledì 24 ottobre 2012

Gran Fondo Bicitaly

La gara non competitiva più attesa dai ciclisti italiani

Foto di Fabrizio Cimini

REPORT - 2^ Parte.

Quando arrivarono i primi ciclisti il loro volto aveva una espressione seria, concentrata, e il loro sguardo, increspato dall'evoluzione atletica, era fisso in avanti. A quel punto inizialmente appariva che tutti i corridori potessero avere quello sguardo ghiacciato ed aggressivo che non permette a nessuno di penetrarlo tanta era la tensione. I primi ciclisti "volavano" però ben presto. Poi sono venuti i ciclisti amatori forniti di una ottima tecnica atletica e forma sportiva, con passo veloce ma un pelino inferiore ai primi, ma comunque sempre aggressivo al punto di poter disturbare la vita placida dei primi, ex professionisti con qualche anno sulle spalle e altri meno. Passata la schiera del secondo gruppo, appariva dopo la curva la nutrita schiera dei corridori meno impegnati, ma comunque amanti della forma atletica e dello strumento di lavoro necessario a mantenerla: la bici. Tenaci quanto basta per aver una dignitosissima posizione all'arrivo finale. Dopo il terzo raggruppamento, entrano in scena quelli nostalgici della passeggiata domenicale in bici che, per l'occorrenza, sfoderano una rassicurante tecnica ciclistica e una forma fisica di rispetto e a volte in itinere. Passato il quarto raggruppamento, entra in scena il quinto. Si vedono subito, si riconoscono lontani un miglio, sono scanzonati, in molti casi la forma fisica è un po carente, bici discrete al seguito, cambiate in salita di continuo per tentare di abbassare lo sforzo fisico a scapito di perdere la velocità. Incredibile la loro volontà per andare avanti. Passa poi qualche ambulanza. Infine l'ultimo raggruppamento, il vero corpaccione della lunga cordata di ciclisti, gli ultimi. Qualcuno sosterrà: beati gli ultimi che saranno i primi. Concordo su questo. Le risate di costoro si sentono da dietro la curva, simpaticissimi e con sorrisi sgargianti, forma fisica da passeggino, passo in bici ondulato, scambiate repentine, sudore per i più grassottelli che in questo modo provano a buttar via sovrappeso e solo per questo encomiabili, persone che, a dispetto della loro età, ancora mordono l'asfalto chiedendo rispetto, bici un po anzianotte ma pur sempre valide, mangiatori di miele per avere più energia a disposizione: la ripida salita di Rocca Priora li ha messi a dura prova. Qui ambulanze di rianimazione e moto di appoggio per distribuire l'acqua al volo chiudevano la fila. In fondo però tutti e dico tutti, hanno regalato emozioni, hanno donato la loro simpatia, hanno dilapidato energia per poter dire il giorno dopo "li c'ero anche io". Per molti forse tutto questo non ha significato, ma per i ciclisti si perché, fino all'ultimo che è arrivato, il loro diverrà non un  semplice ricordo, ma storia. E solo per questo scusate se è poco.



























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